Estratto da un articolo di Il Fatto Alimentare che ricevo periodicamente in newsletter:
“L’approvazione, da parte della Commissione europea, delle larve di Alphitobius diaperinus (detto anche verme della farina minore) congelate, in pasta ed essiccate, dopo quella della farina di grilli (Acheta domesticus) parzialmente sgrassata, ha suscitato le consuete reazioni scomposte di alcuni politici. Tra questa rientra quella, ancora meno opportuna (visto il ruolo), del ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha utilizzato l’argomento ormai trito del fantomatico attacco alla Dieta Mediterranea, mostrando di ignorare che, nelle sue declinazioni nordafricane gli insetti sono presenti da millenni. Ma la popolazione europea, pur mantenendo diffidenze e perplessità, è più avanti di così, ed è conscia del fatto che gli insetti sono da considerare nuova fonte proteica, se non altro per motivi ambientali ed etici.”
Tralasciando le elucubrazioni mentali di chi cerca solo di cavalcare l’onda della notizia per recuperare consensi basati sull’emozione, in questo caso del disgusto, mi piacerebbe invece soffermarmi sull’ultima frase:
“Ma la popolazione europea, pur mantenendo diffidenze e perplessità, è più avanti di così, ed è conscia del fatto che gli insetti sono da considerare nuova fonte proteica, se non altro per motivi ambientali ed etici.”
Qui emergono due aspetti molto interessanti secondo me, che fanno capire che gli sforzi di chi si sia prodigato per anni per sottoporre all’opinione pubblica i temi ambiente ed etica nel mondo degli animali da reddito, non siano andati del tutto perduti, ma, non sono nemmeno stati capiti del tutto. Almeno del tutto.
Che ci sia un problema ambientale dovuto allo sfruttamento delle risorse per produrre mangimi e per smaltire rifiuti organici, a quanto pare, è stato capito, che risolvere un problema etico spostando lo sfruttamento da una specie ad un altra considerata inferiore, invece no.
E poi, vogliamo mettere anche il fattore gusto del cibo? Avete scassato la minchia per anni che anche l’occhio vuole la sua parte, si, la minchia, e ora volete le cavallette nel piatto? In farina però, altrimenti l’occhio si offende.
Ecco, questa cosa mi crea davvero rabbia e fastidio, sono stato apprezzato da molti in questi anni, ma tanti, troppi, mi hanno schifato, hanno scritto commenti deplorevoli sotto le foto dei miei piatti e aggiunto emoticons vomitose o di disgusto, ma ora sono pronti e fieri di mangiare cavallette e bruchi.
Io dico che se qualcosa si muove io non lo mangio, e che se c’è chi se la mangia, proviamo a comprendere il contesto in cui un africano, un cinese o un thailandese mangiano insetti: forse perché davvero non hanno altre possibilità? O forse per una moda del momento? Vedi le cene a base di animali “strani” a cui partecipano solo ricconi dei paesi cosi detti emergenti.
E allora ecco che torno alla carica con il mio burger, uno dei tanti per la verità, realizzato con farina di piselli, di soia e spezie: ora ditemi, come si fa a metterci sotto la faccina del vomito? In base a cosa poi? Lo hai forse assaggiato?
Le alternative alle proteine animali esistono già, ve lo stiamo dicendo da anni e stanno prendendo sempre più piede, oltre che migliorare nell’aspetto stanno migliorando anche nei valori nutrizionali. Un alternativa animale ad un animale non è un alternativa, è solo un altro animale.